VALORIZZAZIONE E RIFUNZIONALIZZAZIONENuova meta e valorizzazione del percorso e della posizione
Incastonato tra le ripide pareti dei Corni Bruciati e il passo di Corna Rossa, dietro al quale fa capolino il Monte Disgrazia, la Capanna Desio “chiude“ il Sentiero Roma nel suo percorso in autonomia: partendo da Novate Mezzola, con pernottamento ai Bivacchi Valli, Molteni, Manzi, Kima e, infine, Desio, si scende a Chiesa Valmalenco da dove, con i mezzi pubblici, si ritorna alla partenza.
È punto di appoggio nello splendido giro dei Corni Bruciati che, partendo da Preda Rossa, vi fa ritorno, transitando per i Passi Caldenno e Scermendone (con l’omonimo lago e bivacco) e la Chiesetta di San Quirico. Può costituire altresì base o punto di passaggio per un più completo ed appagante giro dei laghi del Cassandra. Ed ancora, può essere utilizzato per un interessante itinerario che, partendo da Preda Rossa, transita dal Bivacco Odello Grandori (in prossimità del bivacco Kima) per poi scendere verso il Rifugio Del Grande Camerini e il rifugio Porro, risalire il Pizzo Cassandra e ridiscendere dal versante opposto sino ai laghi, per poi tornare a Preda Rossa, transitando dalla Capanna Desio.
A prescindere, comunque, dai diversi itinerari che contemplano il passaggio dalla Capanna Desio, la stessa può e deve diventare meta in sé, per la fruizione del bivacco stesso: nello spirito più moderno della sua concezione, dove misurare se stessi nel rapporto con la maestosità della natura attraverso il soddisfacimento, in modo essenziale, delle esigenze abitative. Con la sperimentazione di tecniche progettuali e soluzioni architettoniche che rendano abitabile un contesto potenzialmente avverso e per lo più sconosciuto. La Capanna Desio, persa l’originaria funzione di avamposto per le ascensioni al Disgrazia e ormai con ridotte funzionalità alpinistiche, sarà una sfida alla fruizione dello spazio, divenendo protagonista del paesaggio, in piena integrazione e dialogo con le forme geologiche dello stesso.
Si andrà alla Capanna Desio certamente per la maestosa bellezza del luogo, ma anche per godere dell’armonia e della luce del nuovo ricovero.
PROGETTO ARCHITETTONICO
Scelta progettuale e caratteri compositivi
Il progetto di ricostruzione della Capanna Desio è di fatto un progetto di sostituzione, ma con la conservazione di una preesistenza. Partendo da un presupposto di realtà: le condizioni di sostanziale irrecuperabilità del manufatto originale, e l’intenzione di creare una nuova attrattiva legata alla stessa capanna ricostruita, come meta ambientale, si è ritenuto di dare luogo ad un edificio di fatto diverso, nuovo per forma valore simbolico e capacità funzionale.
L’idea progettuale di base è quella di operare una demolizione consistente ma non totale dell’edificio esistente, lasciando traccia in termini di impronta al suolo, volume (anche se in forma ridotta), e funzione di basamento, su cui appoggiare una nuova unità abitativa, tecnologicamente più moderna e confortevole.
Il nuovo edificio si vuole porre, al contempo, come involucro protettivo, dispositivo di osservazione ed elemento di disegno del paesaggio.
Il nuovo volume, in legno, vetro e metallo si caratterizza per una sezione trapezoidale che, se pur differente da quella esistente, ne riprende l’inclinazione delle falde e le proporzioni, e per una forma volutamente prismatica, asimmetrica e spigolosa; in qualche modo “rocciosa”. Il tutto accentuato da un rivestimento metallico grigio scuro opaco.
Il lato sud del volume è, al contrario di tutti gli altri, completamente trasparente, e rivolto alla valle, per consentire la massima percezione e amplificazione del carattere panoramico del balcone su cui poggia il bivacco stesso: una sorta di cannocchiale privilegiato verso l'ampiezza del contesto.
La giustapposizione dei due elementi, -pietra, preesistente ed irregolare, e volume metallico dalle forme rigorose - crea nelle intenzioni compositive una tensione e un accostamento tra passato e presente o futuro della capanna e della sua storia.
Abbiamo poi introdotto alcuni elementi metallici (porta e parapetto/facciata) verniciati nel tipico colore della tradizione dei rifugi della Val Malenco, per dare un accento cromatico e di presenza all’involucro, e dichiarare una continuità con il passato,
La parte restante del vecchio edificio crea una pertinenza esterna e ulteriore possibilità di utilizzo estivo.
Oltre che da un punto di vista compositivo, la scelta di tenere “staccati” i due elementi ha anche una valenza tecnica e conservativa in quanto la nuova unità sarà sollevata dalla superficie di accumulo della neve, e l’assenza di superfici in aderenza consentirà maggior ventilazione e reciproca autonomia strutturale.